LINGUAGGI, CULTURE E TRADIZIONI CHE SI INCONTRANO

La Casa di Mattoni è una esperienza di convivenza comunitaria della Coop. Sociale Nuova Ricerca Agenzia Res rivolta a ragazzi e ragazze sotto i diciotto anni ed è formalmente attiva come comunità educativa per minori dal novembre del 2006.
Noi operatori amiamo definire la Casa di Mattoni un laboratorio di sperimentazione sociale al cui interno vi è rappresentata la complessità delle nostre società in termini di provenienza geografica e culturale, di genere, estrazione sociale, culto, esperienze e vissuti; all’interno dell’abitare quotidiano si innestano tutta una serie di attività che hanno il fine di stimolare, supportare e dare potenza alla crescita individuale e al sistema gruppo e tra di esse c’è quella dei Giochi da Tavolo e di Ruolo.
Da anni infatti utilizziamo lo strumento gioco per sviluppare le competenze etiche, relazionali e cognitive all’interno del gruppo dei ragazzi della casa. Diverse le esigenze e diverse le sfide all’interno dell’attività ludica: gruppo non omogeneo, presenza di italiani e stranieri, culture del gioco differenti, differenti abilità cognitive, problemi di ingaggio, ecc.

Il laboratorio ludico è risultato essere in questi anni un importante veicolo per l’accoglienza, la socializzazione ed un interessante punto di vista privilegiato attraverso cui lavorare sulla competizione, sulla vittoria e il fallimento sull’ autoregolazione emotiva, sugli elementi di leadership, sulla gestione conflitti e soprattutto sul cooperative learning.
Il capodanno alla Casa di Mattoni è sempre un momento particolare e delicato, ancor di più in quest’anno pandemico: chi è lontano da casa sente maggiormente il peso della distanza dai prorpi affetti, chi ha tradizioni religiose diverse non ne capta il senso, chi è appena arrivato non si è ancora inserito nel gruppo e chi è prossimo allo sgancio è già proiettato alla sua vita futura fuori dalla comunità. Si rischia insomma che ognuno viva il suo momento isolandosi e non comunicando i soui pensieri.
Abbiamo voluto quindi creare un momento in comune che potesse attivare una ritualità condivisa progettando un momento di divertimento ludico, così è nato “Bambini nel bosco” un gioco da tavolo cooperativo da giocare insieme la notte del primo dell’anno.
BAMBINI NEL BOSCO – IL GIOCO
Su una mappa volutamente grande (130 x 50 cm) viene rappresentato un villaggio (con l’architettura delle tipiche case emerse dai racconti dei nostri ragazzi stranieri) con un muro di cinta, un territorio montuoso ed un fiume a delimitare due aree. Questo è il terreno di gioco dove ci si dovrà muovere.

La storia raccontata nel gioco narra di un gruppo di bambini del villaggio che si allontanano nel pomeriggio del giorno di festa per andare a giocare nel bosco ma si perdono e non riescono a ritrovare la strada di casa.
I giocatori, giovani protagonisti della storia, per aiutare le famiglie preoccupate per la sorte dei loro piccoli, si mettono alla ricerca dei bambini e riescono a raggiungerli al di la del fiume; ora però bisogna tornare indietro e si sta facendo notte, il bosco e le montagne nascondono diverse insidie e la strada di casa è ancora lunga. Inizia il cammino dei protagonisti insieme ai bambini per tornare al villaggio.
I giocatori sono divisi in coppie ed ogni coppia avrà da “gestire” un bambino muovendosi sulla mappa orizzontalmente o verticalmente con il tiro del dado (1d4).
Per rendere più divertente il gioco e stimolare curiosità abbiamo pensato di recuperare le foto da piccoli degli operatori della comunità che sono diventati i token bambini da far muovere sulla plancia.

Ad ogni coppia viene data una abilità da sfruttare nel gioco (Forza, Velocità, Ingegno, Coraggio, Sostegno, Preghiera). Le abilità potranno essere anche donate agli altri giocatori in pericolo.

Ogni giocatore riceve poi il racconto iniziale della storia scritto nella sua lingua di origine (ogni elemento del gioco è stato tradotto in tutte le lingue dei ragazzi della comunità)

All’interno della mappa di gioco sono presenti diverse caselle che contengono Cibo, Acqua, Pericoli da superare o Oggetti che dovranno essere recuperati nel corso del gioco.

Lo scopo del gioco è quello riportare i bambini a casa, per fare ciò i giocatori dovranno:
- far mangiare i bambini, recuperando il pane sulla plancia
- dare da bere ai bambini, andando al pozzo
- superare il fiume, trovando le tre zattere nascoste nel percorso
- superare gli ostacoli utilizzando gli oggetti sparsi sulla mappa o con le loro abilità personali

Inolte sulla mappa sono disegnate 3 linee rosse che definiscono tre momenti particolari in cui il gioco si mette in pausa e il gruppo dei giocatori risolvono insieme le seguenti situazioni legate a delle esigenze particolari dei bambini:
- I bambini hanno fame: i giocatori dovranno recuperare il pane e l’acqua per sfamare tutti i bambini
- I bambini sentono il bisogno di giocare: i giocatori dovranno raccontare ai bambini quali giochi tradizionali facevano nel loro paese di origine per farli divertire
- I bambini sono stanchi e hanno difficoltà ad addormentarsi: i giocatori dovranno narrare fiabe o leggende dei loro paesi di origine per farli addormentare

Il gruppo parte insieme dalla stessa casella iniziale ma ben presto sarà costretto a separarsi momentaneamente (per raggiungere le caselle più lontane per approvvigionamenti comuni) per poi ricongiungersi e continuare insieme (salire tutti sulle zattere per oltrepassare il fiume).
Il gruppo sa anche che quando sono uniti (tutti sulla stessa casella) saranno in grado di superare i pericoli usando tutti gli stessi oggetti trovati, ma quando saranno da soli (su casselle isolate differenti) ognuno dovrà far fronte al pericolo con i propri oggetti (e magari non saranno utili).
A quel punto le abilità personali potranno essere donate anche a distanza (come abilità acquisite e condivise durante la vita passata insieme).
L’ultimo ostacolo è il muro di cinta del villaggio e la grande porta che isola il villaggio dal bosco.

Qui tutti i giocartori riuniti dovranno intonare un canto tradizionale comune per far arrivare le voci dei bambini ai familiari del villaggio che apriranno la grande porta e potranno riabbracciare i piccoli.
Una grande festa sancirà la fine dell’avventura.
Quali temi sono stati trattati nel gioco?
Durante il gioco sono emersi i temi del viaggio, della solidarietà, del mutuo aiuto, del riconoscimento dell’altro, della separazione e del ricongiungimento, della lontananza, della famiglia.
Cose è emerso durante il gioco e nei feedback successivi?
La traduzione della storia nelle differenti lingue ha enormemente facilitato l’ingaggio di alcuni ragazzi stranieri restii a partecipare
Rispetto delle regole nella libertà delle scelte
Rispetto dei tempi di tutti i partecipanti
Sono emersi diversi approcci alla cooperazione con qualche elemento di leadership
Si sono evidenziate differenti modalità nella pianificazione delle mosse e nella gestione della flessibilità
Mentre c’è stata una facilità nel raccontare i giochi della propria infanzia si è evidenziata una difficoltà di qualcuno a raccontare le fiabe della propria infanzia (momento emotivo forte)
Difficoltà per qualcuno nel seguire la direzione orizzontale/verticale del percorso
Troppa facilità del percorso da chi è abituato a giochi più complessi
Divertimento e curiosità nello scoprire a quali operatori appartenessero le foto dei bambini.
Difficoltà ma anche ilarità nell’intonare il canto finale insieme.
In conclusione
Il momento di gioco come rito collettivo ha creato un senso di appartenenza e di vicinanza tra i singoli partecipanti ed il gruppo; Il divertimento, la scoperta e la sfida sono stati gli elementi che hanno reso la serata di capodanno diversa dalle altre e forse rintracciabile nella memoria futura dei ragazzi.
Oltre a ciò questo momento è stato da traino anche per chi non si era ancora avvicinato ai momenti ludici che vengono proposti in comunità
Se vogliamo utilizzare il gioco come possibile azione di trasformazione il nostro compito (complesso ma stimolante) è il saper modulare l’esperienza del gioco strutturato nella maniera più opportuna in base all’obiettivo prefissato ed individuare strumenti pratici ed operativi per saperne leggere le sue manifestazioni
Un ringraziamento particolare a Nicolò per il suo prezioso e sostanziale apporto alla conduzione del gioco.
